“Wild Ride”, dentro il controverso mondo di Uber: la recensione di Andrea Sutto

Wild Ride: Inside Uber’s Quest for World Domination è il primo libro che davvero si concentra sull’impero di Uber, analizzandone l’ascesa attraverso le figure chiave di chi ha contribuito a questo incredibile successo globale. Adam Lashinsky aveva già raggiunto il successo con Inside Apple: con questo testo si mette nuovamente in gioco, costruendo una narrativa intrigante e basandosi sulle testimonianze dirette di chi ha svolto incarichi fondamentali all’interno di Uber. Primo fra tutti, il libro si concentra principalmente sul personaggio controverso di Travis Kalanick, l’imprenditore che ha portato Uber a diventare il colosso globale da 69 miliardi di dollari che è oggi. Così come la sua azienda, anche il cofondatore si rivela essere un uomo tanto ammirato quanto osteggiato: competitivi, visionari, determinati, ma sempre sotto accusa per le polemiche sul possibile sfruttamento dei conducenti e colpiti dal disprezzo della categoria dei taxisti, ormai in tilt a causa del successo di Uber. Wild Ride racconta uno dei business più intriganti e imprevedibili a livello globale, analizzando la smania di potere di Kalanick senza censurare nulla. L’uomo è accostato ad altri giganti della Silicon Valley come Steve Jobs ed Elon Musk, ma l’attenzione si concentra sulla sua spinta all’innovazione e sulla sua continua ricerca del successo e di nuovi obiettivi da raggiungere. Quella del cofondatore non è l’unica voce che compone il complesso quadro del libro, che ricostruisce la vicenda attraverso più punti di vista. Lo stesso autore ha deciso di cimentarsi in un’esperienza diretta sul campo, lavorando per un certo periodo come guidatore Uber per capire davvero cosa comporti essere impegnati in questo ruolo. Oltre all’approfondito racconto dell’ascesa di Uber, il testo si concentra su quello che presumibilmente sarà il futuro dell’azienda. Analizza inoltre, attraverso un focus dedicato, l’azzardata avventura in Cina, oltre che la battaglia con i competitors (Google, Tesla, Lyft, GM) sul fronte delle auto a guida autonoma.

Andrea Sutto

Pubblicità